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Comprendere le differenze tra questi due strumenti non è solo utile per chi lavora in amministrazione o controllo di gestione, ma è fondamentale per ogni imprenditore o manager che voglia trasformare i dati contabili in leve decisionali.
Questo articolo approfondisce le caratteristiche, le finalità e le applicazioni di entrambi i bilanci, offrendo una guida pratica per integrarli efficacemente nella gestione aziendale.
Il bilancio civilistico, noto anche come bilancio d’esercizio, è il documento contabile che ogni impresa è tenuta a redigere almeno una volta all’anno, in conformità con quanto previsto dal Codice Civile (art. 2423 e seguenti). Il suo scopo è rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica dell’azienda al termine del periodo amministrativo.
A differenza del bilancio gestionale, il bilancio civilistico ha una natura obbligatoria e una finalità esterna: è destinato a soggetti come il fisco, le banche, i soci e altri stakeholder che necessitano di dati certificati per valutare la solidità e la trasparenza dell’impresa. È, in sostanza, il documento ufficiale con cui l’azienda rende conto della propria attività.
La redazione del bilancio civilistico segue schemi rigidi e deve rispettare i principi contabili nazionali (OIC) o internazionali (IAS/IFRS), a seconda del tipo di impresa. I documenti che lo compongono sono:
Questi documenti devono rispettare principi come prudenza, competenza economica, continuità aziendale e veridicità.
Pur essendo fondamentale per la conformità legale e fiscale, il bilancio civilistico presenta limiti dal punto di vista gestionale. I dati sono aggregati secondo logiche normative e non offrono una visione dettagliata delle singole aree di business. Inoltre, la sua cadenza annuale e i tempi di redazione lo rendono poco utile per prendere decisioni operative in tempo reale.
Per questo motivo, il bilancio civilistico è spesso affiancato da strumenti più dinamici e flessibili, come il bilancio gestionale, che vedremo nella prossima sezione.
Se il bilancio civilistico rappresenta una fotografia ufficiale dell’azienda a fine esercizio, il bilancio gestionale è lo strumento che consente di monitorare l’andamento del business in tempo reale. Non è regolato da alcuna normativa, non ha obblighi di pubblicazione e può essere costruito su misura in base alle esigenze informative dell’impresa.
La sua funzione è interna e strategica: supporta il management nel prendere decisioni consapevoli, analizzare la redditività di prodotti, commesse o reparti, e intervenire tempestivamente in caso di scostamenti rispetto agli obiettivi. È un vero e proprio cruscotto operativo, che traduce i dati contabili in indicatori utili per la gestione.
Flessibilità e frequenza
A differenza del bilancio civilistico, il bilancio gestionale può essere redatto con frequenza mensile o trimestrale, offrendo una visione aggiornata e dinamica. La sua struttura è completamente personalizzabile: ogni azienda può definire quali dati monitorare, come aggregarli e quali indicatori utilizzare.
Questa flessibilità consente di adattare il bilancio gestionale ai cambiamenti del mercato, alle priorità aziendali e alle specificità del settore. È particolarmente utile in contesti competitivi e in rapida evoluzione, dove attendere la chiusura annuale per analizzare i risultati non è più sostenibile.
Contabilità analitica e riclassificazione
Il bilancio gestionale si basa su dati provenienti dalla contabilità analitica, che permette di attribuire costi e ricavi a specifici oggetti di analisi: centri di costo, linee di prodotto, commesse, aree geografiche. Questo livello di dettaglio è essenziale per calcolare margini, break-even point e altri KPI strategici.
Attraverso la riclassificazione del conto economico e dello stato patrimoniale, i dati civilistici vengono riorganizzati secondo logiche manageriali. Ad esempio, i costi possono essere separati in fissi e variabili, oppure aggregati per destinazione anziché per natura, rendendo più chiara la lettura dei risultati operativi.
Un supporto alle decisioni
Il valore del bilancio gestionale risiede nella sua capacità di trasformare i dati in azioni. Confrontando i risultati effettivi con quelli pianificati, il management può individuare scostamenti, analizzarne le cause e definire interventi correttivi. È uno strumento che non si limita a descrivere il passato, ma aiuta a guidare il futuro dell’impresa.
Pur condividendo l’obiettivo di rappresentare la situazione economico-finanziaria dell’impresa, bilancio civilistico e bilancio gestionale si distinguono per finalità, destinatari, struttura e modalità di utilizzo. Comprendere queste differenze è essenziale per sfruttare al meglio entrambi gli strumenti.
Obbligatorietà e finalità
Destinatari
Struttura e schemi
Tempistiche e frequenza
Contabilità di riferimento
Utilità operativa
Questa distinzione non implica una scelta esclusiva: al contrario, l’integrazione tra bilancio civilistico e gestionale rappresenta una best practice per una gestione consapevole e orientata ai risultati./p
 
            Abbiamo visto che il bilancio civilistico e quello gestionale sono strumenti complementari. In molte aziende, il bilancio gestionale nasce proprio dai dati del bilancio civilistico, attraverso un processo di riclassificazione che consente di trasformare informazioni aggregate e normative in dati operativi e strategici.
La riclassificazione consiste nel riorganizzare le voci contabili secondo criteri manageriali. Ad esempio, nel conto economico civilistico i costi sono classificati per natura (es. “costi per servizi”), mentre nel gestionale vengono riclassificati per destinazione (es. “costi del reparto marketing”). Questo passaggio permette di analizzare la redditività per centro di costo, prodotto o commessa.
Nel caso dello stato patrimoniale, la riclassificazione può distinguere le attività e le passività in base alla loro liquidità ed esigibilità, facilitando il calcolo di indicatori come il Capitale Circolante Netto o la Posizione Finanziaria Netta.
Per rendere efficace il bilancio gestionale, è fondamentale disporre di una contabilità analitica ben strutturata. Questo sistema consente di attribuire ogni costo e ricavo a un oggetto specifico, rispondendo a domande come: “Quanto costa produrre il prodotto X?”, “Qual è il margine della commessa Y?”, “Quale reparto genera più valore?”
La qualità del bilancio gestionale dipende direttamente dalla precisione e granularità dei dati analitici. Senza questo livello di dettaglio, il bilancio gestionale rischia di essere solo una copia semplificata del civilistico, priva di reale utilità strategica.
La distinzione tra bilancio civilistico e gestionale non è solo teorica: è il punto di partenza per costruire una contabilità aziendale più consapevole, reattiva e strategica. Il primo garantisce conformità e trasparenza verso l’esterno; il secondo offre al management gli strumenti per analizzare, decidere e migliorare.
Integrare questi due approcci significa trasformare i dati contabili da obbligo normativo a strumento strategico. Per farlo, è fondamentale dotarsi di strumenti digitali che automatizzino i processi, riducano gli errori e rendano i dati immediatamente disponibili.
SAEP Finance, grazie alla sua integrazione con la Suite ERP, consente di monitorare KPI, analizzare scostamenti e prendere decisioni basate su dati solidi, completi e tempestivi.
Il bilancio civilistico, o bilancio d'esercizio, è un documento contabile obbligatorio per legge (art. 2423 del Codice Civile) che riassume la situazione patrimoniale e finanziaria di un'azienda alla fine dell'anno fiscale. È destinato principalmente a soggetti esterni, come il fisco, i soci, le banche e i fornitori, che lo consultano per valutare lo stato di salute dell'impresa.
Il bilancio gestionale è uno strumento interno e facoltativo, non regolamentato dalla legge, che serve a monitorare l'andamento economico e finanziario dell'azienda in modo più frequente (ad esempio, mensilmente o trimestralmente). È utile per prendere decisioni strategiche tempestive e per intervenire in caso di criticità, a differenza del bilancio civilistico che fornisce una fotografia statica e consuntiva.
La principale differenza risiede nella finalità: il bilancio civilistico ha uno scopo fiscale e informativo per i soggetti esterni, mentre il bilancio gestionale ha un obiettivo di analisi e di supporto alle decisioni interne. Il primo si concentra sulla precisione dei dati storici, il secondo sulla tempestività delle informazioni per la gestione.
Il bilancio civilistico si basa sulla Contabilità Generale, che segue i principi del Codice Civile, mentre il bilancio gestionale si fonda sulla Contabilità Analitica o Industriale, che analizza i costi e i ricavi per centro di costo, prodotto o commessa, fornendo un'analisi più dettagliata e interna.
Sebbene il bilancio civilistico offra una visione d'insieme, non è lo strumento più efficace per la gestione quotidiana. La sua elaborazione tardiva e la sua natura consuntiva non permettono un intervento in tempo reale. Per questo motivo, le aziende si avvalgono del bilancio gestionale per un monitoraggio continuo e una gestione proattiva del business.